“Le persone ci dicono sempre di sperare che i giovani salveranno il mondo. Ma non sarà così. Semplicemente non c’è abbastanza tempo per aspettare che cresciamo e diventiamo quelli al potere.”
Inizia così il discorso tenuto da Greta Thunberg davanti al presidente della Commissione Europea Juncker.
La sedicenne svedese decise, l’agosto scorso, di saltare la scuola per andare a sedersi davanti alla sede del Parlamento di Stoccolma, chiedendo azioni immediate per far fronte alla crisi climatica in atto. Nel frattempo la sua popolarità è cresciuta portandola sul palco delle Nazioni Unite e di Davos.
Sola, con un cartello in mano, la giovane ha dato vita a un movimento mondiale chiamato “Giovani per il clima”, diffusosi via web.
Il suo esempio ha smosso milioni di studenti da tutto il mondo, che ancora una volta si riuniranno davanti ai municipi delle loro città venerdì 15 marzo, dalle 9 alle 13, per ricordare ai governi che esiste un patto a cui devono attenersi, gli accordi di Parigi sul clima.
“Abbiamo già tutte le informazioni e le soluzioni, dobbiamo solo svegliarci e darci da fare”.
Questo è quello che faremo, svegliarci, e se qualcuno ci dirà che la lezione è più importante, risponderemo che non ha senso studiare se per noi non ci sarà nessun futuro.
Ci restano undici anni per invertire la rotta, secondo un rapporto del comitato Onu sui cambiamenti climatici, altrimenti per la mia generazione sarà troppo tardi, stiamo finendo il tempo a disposizione.
Nel 2078 avrò 80 anni, e quando i miei nipoti mi chiederanno come mai non abbiamo fatto niente quando avremmo potuto, non avrò il coraggio di rispondere.
Si può fare la differenza anche in una piccola realtà come quella del nostro Appennino, perchè non si è mai troppo piccoli per fare qualcosa, come ci ricorda la giovane Greta.
“Stiamo sistemando il vostro caos e non ci fermeremo finché non avremo finito”.
(Beatrice Bramini)